Ci sono aziende e imprenditori che ritengono (erroneamente) di non essere interessati alla rivoluzione digitale. Per fortuna sono sempre meno, e prima o poi si troveranno ad affrontare un problema enorme.
Prima che a livello aziendale, si tratta infatti di una rivoluzione a livello culturale, perché per gestire un cambiamento così profondo è necessario cambiare la concezione che sia ha del mondo del lavoro e della formazione. Un processo lungo che deve partire dalle scuole e università. Per il momento solo il 18% delle aziende ha percepito la potenziale crescita nell’investire in intelligenza artificiale e automatizzazione dei sistemi.
Se da un lato mancano le competenze, le aziende fanno anche poca formazione dei propri dirigenti, che non riuscendo a comprendere il fenomeno faticano, di conseguenza, ad investire in formazione. Dall’altro c’è una conoscenza della robotica e dell’intelligenza artificiale limitata, perlopiù agli assistenti vocali e alle auto a guida autonoma.
Per fortuna le nuove generazioni comprendono meglio i vantaggi di applicare l’intelligenza artificiale al marketing e alla vendita. I nuovi consumatori “chiedono” la personalizzazione dell’offerta, che solo il corretto utilizzo dell’intelligenza artificiale è in grado di offrire.
AI, l’esempio di Coca-Cola
Essere un marchio globale non esime da un investimento in digitale. L’esempio più emblematico è Coca-Cola, grande azienda che investe costantemente nell’intelligenza artificiale per migliorare il proprio business e la crescita in momenti di “frenata”. Lo fa da decenni, investendo in tecnologie, nuove risorse e sviluppo. Negli Stati Uniti, grazie ai dati raccolti attraverso i distributori che vendono i vari gusti delle bevande, Coca-cola realizzato la nuova Cerry Sprite.
L’azienda Usa ha investito milioni di dollari in robot e intelligenza artificiale, per consentire, in futuro, ai clienti di comunicare con i distributori e con le macchine, interagire, chiedere direttamente di mixare gli aromi e personalizzare così le bevande. Altri dati importanti che Coca-Cola sfrutta a suo favore sono quelli raccolti grazie ai suoi 105 milioni di fan su Facebook e circa la metà su Twitter.
Coca-Cola riesce a capire, attraverso l’intelligenza artificiale, come si stanno muovendo le scelte dei consumatori. Postando una foto con quella determinata bevanda, capisce quali concorrenti vengono menzionati di più, quali sono le reazioni a questi post, e quando le foto vengono pubblicate grazie al riconoscimento delle immagini, il tutto ottenuto grazie all’intelligenza artificiale. E poi agisce di conseguenza.
Altro tema di sviluppo è la realtà aumentata, che offre la possibilità ai suoi tecnici di risolvere problemi di assistenza anche da remoto, con un notevole risparmio economico. Non solo, quindi, vantaggi in termini di marketing e vendite, ma anche in termini di ammortizzamento dei costi e spese di gestione.
Aumentano gli investimenti in ADV online in Italia. Anche tra le pmi
Secondo le analisi riportate da Sensemakers, la pubblicità online in Italia nel 2018 è stata utilizzata da 210.000 brand, con più di 1,4 milioni di campagne pubblicitarie realizzate. Sono dati che affermano il trend di crescita del settore, per questo motivo sarà sempre più fondamentale per le aziende investire in questa direzione in futuro. Nel dettaglio 20.000 campagne sono state realizzate con video.
I dati forniti da Sensemakers ci dicono che sono ottime le percentuali con le quali le micro imprese si sono affacciate alla pubblicità online. Questo grazie all’aumento della ricerca da mobile, che ha accentuato l’importanza della localizzazione. E’ necessario investire nella tecnologia, sfruttando l’intelligenza artificiale anche in questo campo.